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«Detesto gettare acqua gelata su questa calorosa riunione», buttò lì Gamay, «ma con tutto questo parlare di mostri dagli occhi di fuoco e pietre filosofali ci siamo scordati di avere una faccenda in sospeso da sistemare.»
Dopo l'incontro con Mayhew, si erano raggruppati nella hall dell'albergo per mettere a punto la strategia da adottare. Poiché Sandy, il pilota dell'Alvin, era ansiosa di andarsene, Mayhew l'aveva messa su un volo per Londra da dove avrebbe potuto prendere un aereo verso casa. Gli scienziati, invece, erano stati trattenuti per essere interrogati più a lungo.
«Hai ragione», confermò Zavala, sollevando il proprio bicchiere verso la luce. «Sono molto indietro, rispetto al mio obiettivo di bere tutta la tequila di qualità esistente sulla terra.»
«Davvero lodevole, Joe, ma sono più interessata alla sopravvivenza del mondo che non alle sue riserve di tequila. Posso riassumere il problema in due parole soltanto? Alga gorgonea.»
«Non me n'ero dimenticato», la rassicurò Austin. «Solo, non volevo turbare la ritrovata serenità di voi due piccioncini. Visto che abbiamo affrontato l'argomento, com'è la situazione?»
«Non buona. Ho parlato con il professor Osborne: l'infestazione si sta diffondendo con maggior rapidità di quanto si potesse immaginare.»
«Gli scavi presso le sorgenti idrotermali sono stati interrotti. Questo non servirà a fermare la proliferazione della gorgonea?»
Gamay fece un sospiro angosciato. «Magari fosse così. Dopo la mutazione, l'alga è in grado di riprodursi autonomamente e continuerà a espandersi. Dapprima la vedremo soffocare i porti lungo la costa orientale degli Stati Uniti e contemporaneamente invaderà l'Europa, poi il Pacifico e gli altri continenti.»
«Quanto tempo abbiamo?»
«Non lo so. Le correnti marine stanno spargendo quella roba per tutto l'Atlantico.»
Austin cercò d'immaginare il suo adorato oceano trasformato in una malsana palude di acqua salata. «Che ironia, eh? I Fauchard vogliono allungarsi l'esistenza, e nel farlo riducono il mondo a un luogo in cui potrebbe non valere più la pena vivere.» Lanciò un'occhiata circolare agli amici seduti al tavolo. «Qualche idea su come si possa fermare la faccenda?»
«Nell'enzima della Città Perduta c'è la chiave per arrestare l'invasione dell'alga», replicò Gamay. «Se riusciamo a scoprire la struttura molecolare di base, potremmo trovare il modo di invertire il processo.»
«I tagli e i bernoccoli che ho addosso sono la dimostrazione che i Fauchard non svelano volentieri i segreti di famiglia», protestò Austin.
«Questo è il motivo per cui Gamay e io vorremmo tornare a Washington e organizzare una riunione alla NUMA con il professor Osborne», intervenne Trout. «Potremmo cercare di prendere un volo da qui domattina.»
«Fate pure.» Austin guardò le facce sfinite che lo circondavano. «Ma suggerirei di concederci tutti una buona notte di sonno, prima.»
Salutati gli amici, Kurt scovò una sala computer di fianco all'atrio dell'albergo dove poté stendere un conciso rapporto da inviare via e-mail a Rudi Gunn con la promessa di chiamarlo anche al telefono, la mattina successiva. Nel digitare il messaggio, si ritrovò a strofinarsi più volte gli occhi per la stanchezza, e si sentì sollevato quando poté premere il SEND che avrebbe fatto volare il messaggio oltreoceano.
Quando salì in camera sua, vide che qualcuno lo aveva cercato sul cellulare; richiamando il numero, scoprì che si trattava di Darnay, che lo aveva rintracciato tramite il suo ufficio alla NUMA.
«Grazie a Dio l'ho trovata, monsieur Austin. Ha sentito Skye?»
«Non di recente. Sono stato un po' in giro e per mare. Credevo fosse con lei.»
«È ripartita il giorno stesso del suo arrivo. Abbiamo scoperto quella che sembrava un'equazione incisa sulla calotta dell'elmo, e voleva tornare alla Sorbona per mostrarla a un esperto. L'ho vista salire sul treno. Non ricevendo più sue notizie dopo quella sera, ho chiamato l'università il giorno seguente, e mi hanno detto di non averla vista.»
«Forse non è stata bene.»
«Vorrei che fosse così. Ho chiamato il suo appartamento e, non ricevendo risposta, ho telefonato alla sua padrona di casa. Skye non è mai rientrata dopo la sua visita a casa mia, in Provenza.»
«Avrebbe fatto bene a chiamare la polizia», replicò Austin senza esitare.
«La polizia?»
«So che nutre una comprensibile avversione per le autorità», ribadì Kurt con voce ferma, «ma deve agire per il bene di Skye. Faccia una telefonata anonima da un telefono pubblico, se preferisce, ma deve assolutamente denunciare la sua scomparsa. Potrebbe andarne della sua vita.»
«Sì, sì, naturale. Farò così. Skye è come una figlia, per me. L'avevo avvertita di fare attenzione, ma sa come sono i giovani.»
«Io mi trovo in Scozia, al momento, ma sarò in Francia domattina. La richiamo appena arrivato a Parigi.» Dopo aver riagganciato affinché Darnay avvertisse la polizia, rimase a fissare il vuoto per qualche minuto, cercando di dare un senso alla sparizione di Skye. D'un tratto, squillò il cellulare.
Era Lessard, il sovrintendente della centrale elettrica presso il ghiacciaio.
«Austin? Grazie a Dio. È un po' che cerco di mettermi in contatto con lei.»
«Mi dispiace, ma sono stato lontano dal telefono, per un po'. Come vanno le cose al ghiacciaio?»
«Stanno succedendo parecchie cose strane, da queste parti.»
«Che intende dire?»
«Qualche giorno fa, al lago è arrivato un idroplano con dei sub a bordo. Mi chiedevo se la NUMA fosse tornata a completare il sopralluogo, ma il battello non era del colore che ricordavo.»
«L'intervento è sospeso, e non ci sono nostre operazioni in atto, per quel che ne so. Che altro sta accadendo?»
«Una cosa incredibile. Stanno prosciugando i tunnel all'interno del ghiacciaio.»
«Mi sembrava avesse detto che non era possibile.»
«Ha capito male. Sarebbe stato impossibile provvedere in tempo per salvare la gente che vi era intrappolata. Ci sono voluti parecchi giorni per deviare e pompare l'acqua, ma la galleria dell'osservatorio è quasi asciutta.»
«È stata una scelta della compagnia elettrica?»
«I miei superiori mi hanno accennato che la decisione è il risultato di pressioni esercitate ad altissimi livelli. Il lavoro è stato sovvenzionato da una fondazione scientifica privata.»
«Vi è coinvolto anche LeBlanc?»
«L'ho pensato anch'io, all'inizio. La sua piccola Fifi si trova ancora qui, perciò ho immaginato che sarebbe tornato. Uno dei sub del lago è venuto all'impianto, mi ha mostrato l'autorizzazione, e i suoi uomini hanno preso possesso della sala controllo. È gente dall'aria dura, signor Austin. Sorvegliano ogni mia mossa. Temo per la mia vita. Anche ora sto correndo un grosso rischio a parlare con lei. Mi è stato intimato di starmene in disparte.»
«Ha informato il suo capo della situazione?»
«Sì, mi ha detto di collaborare, in quanto la decisione non è nelle sue mani. Non sapevo a chi altri rivolgermi, così ho chiamato lei.»
«Non può allontanarsi?»
«Credo che sarebbe difficile. Hanno mandato a casa i miei uomini, perciò sono rimasto solo. Cercherò di fermare la turbina. Magari la direzione mi prenderà sul serio, se non c'è più energia.»
«Faccia ciò che ritiene meglio, ma non corra rischi.»
«Starò attento.»
«Come si chiama l'uomo che è venuto a parlarle?»
«Fauchard. Emil Fauchard. Mi fa pensare a un rettile.»
Emil Fauchard.
«Si comporti come se fosse tutto regolare», gli ordinò Austin. «Sarò al ghiacciaio domani.»
«Merci beaucoup, signor Austin, ma non sarebbe saggio per lei presentarsi alla porta principale. Come farò a capire che è arrivato?»
«Farò in modo di farglielo sapere.»
Chiusa la conversazione sul cellulare, Austin rimase a riflettere sulla piega presa dagli eventi. Poi sollevò il ricevitore del telefono dell'hotel e chiamò Joe e i Trout per informarli che c'era stato un cambiamento di programma. Non appena si presentarono alla porta della sua stanza, Austin riferì loro il contenuto delle telefonate.
«Credi che i Fauchard abbiano rapito Skye?» chiese Zavala.
«È un'ipotesi probabile, considerato l'interesse che hanno manifestato verso l'elmo.»
«Se lo avessero recuperato, che bisogno avrebbero di Skye?» volle sapere Gamay.
«Prova a indovinare.»
«Ci sono», sbottò lei rabbuiandosi. «La stanno usando come esca per attirare te in una trappola.»
Austin annuì. «Il mio primo impulso è stato di andare direttamente al castello dei Fauchard, ma poi mi sono detto che era esattamente quello che si aspettavano da me. Meglio fare qualcosa d'inatteso e seguire Emil, invece; potrebbe fornirci qualcosa su cui fare leva. Senza contare che sono preoccupato anche per Lessard. Credo che si trovi in una situazione di pericolo immediato, lui, mentre Skye verrà tenuta in vita fino a quando non avrò abboccato.»
«Cosa vuoi che facciamo?» chiese Paul.
«Studiate le difese intorno al castello, vedete se c'è modo di entrare. Ma state attenti. Madame Fauchard è molto più pericolosa del figlio: è una sociopatica violenta, furba e brutale.»
«Affascinante», commentò Gamay. «Non vedo l'ora di conoscerla.»
Dopo essersi augurati di nuovo la buonanotte, tornarono alle proprie camere. Austin chiamò il numero indicato sul biglietto da visita di Mayhew e spiegò all'agente dell'intelligence di dover lasciare la Scozia il più rapidamente possibile e che aveva bisogno di aiuto.
Dovendo partire il mattino seguente con un jet dell'agenzia, l'uomo dichiarò che sarebbe stato lieto di offrire ad Austin e ai membri della NUMA un passaggio fino a Londra, dove avrebbero potuto prendere una navetta per Parigi.
Kurt lo ringraziò sperando di poter ricambiare il favore, un giorno o l'altro, dopo di che si sdraiò per concedersi qualche ora di sonno. Allungato sul letto, si sforzò di allontanare qualsiasi pensiero estraneo in modo da potersi concentrare sul compito che lo attendeva, ovvero salvare Skye. Di lì a poco, piombò in un sonno inquieto.